IV° CONGRESSO INTERNAZIONALE SIE 2022, Bologna 3-5 Novembre
Umberto Uccioli

Umberto Uccioli

Nato a Roma, nel 1967, laureato con laude nel 1994 in Odontoiatria e Protesi dentaria presso l’Università “La Sapienza” di Roma. L’endodonzia, la conservativa e in generale la l’odontoiatria microscopica sono le specializzazioni in cui nel corso degli anni ha dedicato la sua attività. E’ infatti Socio attivo della “Società Italiana di Endodonzia” dal 1999, nella quale dal 2009 al 2013 è Membro della Commissione Accettazione Soci e dal 2014 Membro della Commissione Culturale. Sempre all’interno della SIE, dal 2005 al 2007 è stato Segretario Culturale della Sezione Romana di Endodonzia (S.E.R.).
Dal 2001 è Socio Attivo dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Microscopica (A.I.O.M.) e Socio Ordinario dell’Accademia Italiana di Conservativa (A.I.C.).
Relatore in numerosi Congressi Nazionali (S.I.E., S.E.R., A.I.O.M, MediEndo, Ordine Dei Medici di Roma, Andi di Napoli e l’Aquila) e Internazionali (3rd Saudi Endodontic Society an 1st Italian Professional Expert Group Scientific Conference).
E’ Autore di pubblicazioni su riviste scientifiche Nazionali e Internazionali.
Ha collaborato alla stesura del “Manuale Italiano di Endodonzia” a cura della Società Italiana di Endodonzia (S.I.E).

Quali paradigmi per una migliore prognosi del dente trattato endodonticamente

TODO

TODO

L’obiettivo ultimo del nostro lavoro, relativamente al dente singolo, è il suo recupero morfo-funzionale, ossia restituire al dente le funzioni per cui è nato all’interno del suo apparato: la masticazione, il linguaggio, l’occlusione, l’estetica, il controllo dello stress (bruxismo, serramento).
Soltanto se siamo in grado di conferire al dente il suo profondo valore biologico, potremo progettare un adeguato piano di trattamento.
Pertanto, il restauro del dente trattato endodonticamente costituisce un capitolo molto importante, nell’ottica del mantenimento dell’omeostasi del sistema stomatognatico nella vita del paziente.
I denti trattati endodonticamente sono più suscettibili al fallimento biomeccanico rispetto ai denti vitali, poiché subiscono cambiamenti irreversibili dal punto di vista anatomico e biochimico che li rendono più suscettibili alla frattura, condizionandone le scelte ricostruttive.
L’utilizzo delle resine composite non costituisce un rinforzo per le strutture non autosostenute.
Inoltre il legame adesivo tra dentina e resina composita, nel tempo, subisce un decadimento proporzionale agli stress meccanici, termici, idrolitici e enzimatici cui è sottoposto.
Obiettivo della presentazione sarà analizzare i parametri oggettivi che permettano di operare scelte terapeutiche condivisibili, a partire dalla necessità di inserire un perno, di ricoprire una o più cuspidi, sino all’opzione di una corona protesica.

Interessato?

Se sei interessato non mancare